Associazione nazionale licenziati per rappresaglia politica e sindacale, Comitato provinciale di Firenze (1974 - 2009)

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Documentazione acquisita dallo scioglimento del Comitato provinciale di Firenze dell’Associazione nazionale licenziati per rappresaglia politica e sindacale (denominata anche Associazione L.36) il 26/03/2009, (responsabili all’epoca dello scioglimento Pieri Mario e Bracci Mauro).

Cenni storici
La legge 36/1974 venne approvata sotto la spinta dell’Associazione nazionale licenziati per rappresaglia politico-sindacale di Torino che fin dal 1957 aveva cercato di fare approvare una legge che riparasse, in parte, ai torti subiti dai lavoratori sottoposti a licenziamenti discriminatori e di rappresaglia.
A Firenze l’iniziativa della costituzione di un Comitato che affiancasse il patronato INCA, che si stava attrezzando per predisporre i materiali utili alle domande, fu di un gruppo di lavoratori che dopo alcuni contatti (aprile 1974) promosse, di concerto con la FLM, il sindacato pensionati, l’Inca e la CdL, una Assemblea generale tenuta, presso la Camera del lavoro di Firenze, alla quale furono invitati tutti i lavoratori, di cui si aveva notizia, che fossero stati licenziati per motivi di rappresaglia politica e/o sindacale in quanto iscritti a determinati partiti e sindacati o come “punizione” per aver partecipato a scioperi e manifestazioni.
Durante l’Assemblea vennero eletti 2 donne e 5 uomini che costituivano un Comitato di coordinamento tra i licenziati delle aziende: Galileo, Pignone, Manetti e Roberts, e di varie altre aziende medie e piccole.
La prima fase dell’attività del Comitato fu indirizzata a contattare la Commissione provinciale istituita dalla L. 36 e per definire un processo condiviso e certo per la presentazione delle domande e della relativa documentazione.
Grandi difficoltà sorsero per definire l’incremento dei salari e degli stipendi per la ricostruzione del rapporto assicurativo che doveva essere fornito da coloro che richiedevano l’applicazione dei benefici di legge (e quindi in ultima analisi dal Comitato di coordinamento tra i licenziati). Tra grandi difficoltà il Comitato riuscì a ricostruire gli importi delle retribuzioni di fatto percepite nelle varie aziende con un paziente lavoro di ricerca di buste paga e mediante un accordo tra FLM e Pignone che mise a disposizione delle tabelle di incremento salariale dal 1945 agli anni ’70 per 4 categorie operaie.
Queste tabelle vennero approvate da una Commissione (mar. 1977) composta dal rappresentante dell’Associazione degli industriali da quello della Federazione unitaria Cgil-Cisl-Uil e da 2 funzionari dell’Ufficio provinciale del Lavoro.
Successivamente lo stesso tipo di lavoro venne fatto per gli impiegati fino a ricostruire altre 5 tabelle di incremento degli stipendi approvati anche questi dalla suddetta Commissione (lug. 1977). Altro fronte di intensa attività fu il seguire l’iter delle pratiche presentate, non moltissime visti i termini restrittivi di presentazione delle domande della L. 36/74 che stabiliva in 1 anno la data utile per la presentazione delle domande.
Seguire le integrazioni documentarie richieste dall’INPS da allegare alle domande (comprovanti il licenziamento la data di cessazione, la qualifica, ecc.) e la compilazione dei tabulati di incremento salariale, impegnò tantissimo l’attività dell’Associazione. Vi era poi una intensa attività assistenza e di stimolo delle pratiche presentate oltre all’attività legata ai ricorsi per le domande rigettate. Il termine perentorio per la presentazione delle domande e le difficoltà incontrate per la ricostruzione degli incrementi delle paghe restrinse moltissimo, di fatto, la platea potenziale degli aventi diritto che poterono usufruire della legge (per Firenze e provincia furono solo 380 su circa
2000 lavoratori che teoricamente avrebbero potuto presentare richiesta). La stessa cosa si ripetè a livello nazionale tanto che iniziò quasi subito una nuova azione delle Associazioni provinciali per una norma che riaprisse i termini per la presentazione delle domande. Tale azione portò ad una di riapertura dei termini (L. 648/79) di tre mesi dal gennaio ad aprile del 1980 e finalmente con la L.172/1999 ad una nuova legge che riapre i termini di 180 giorni fatto che consente un notevole incremento delle domande presentate a Firenze e provincia (oltre 1500).
Con la L. 30/2001 i benefici della L. 36/74 vennero estesi ad alcune tipologie di licenziati della Pubblica Amministrazione. Non ci sono pervenuti l’atto costitutivo e il primo statuto dell’Associazione ma solo una stesura successiva contenuta nel verbale redatto dal notaio Piccinini nel 1983 quando il presidente Vasco Nesi apre l’assemblea straordinaria che ha all’ordine del giorno la modifica statutaria per consentire a tutti i soci ordinari di far parte del Consiglio direttivo.
Probabilmente nello statuto precedente potevano far parte del Consiglio direttivo solo i soci fondatori e non quelli ordinari. L’assemblea approva l’odg e cosi viene approvato il nuovo statuto che ha come scopo (art. 2) “l’organizzazione di tutti coloro i quali nella provincia di Firenze, abbiano subito discriminazioni secondo il disposto della L. 36/1974, al fine della gestione nel loro interesse dei metodi di attuazione di tale legge e così tutto quanto connesso e utile al riguardo. A tal fine potrà sviluppare ed intraprendere le iniziative giuridiche, politiche e culturali connessi a tali intenti”
Gli organi dell’associazione (art. 4) sono: “a) l’Assemblea dei soci; b) il Consiglio direttivo; c) il Presidente; d) l’Amministratore”.
La carenza della documentazione più vecchia è sopperita da un prospetto storico dei componenti i vari organi statutari.
Da un prospetto della b., V, f.2 sappiamo che il Comitato dell’associazione fiorentina strutturò la propria attività in 3 commissioni:
1.: Commissione organizzazione, amministrazione, tesseramento;
2.: Commissione tabulati (Prospetti paga);
3.: Commissione risposte alla commissione [provinciale INPS?] di Firenze controdeduzioni ecc. e
rapporti con la commissione di Roma per le pratiche sospese e respinte.
Da questo prospetto rileviamo che l’attività dell’Associazione iniziò nel 1974, primi responsabili (quasi certamente soci fondatori) furono Alfredo Mazzoni e Cialdi Dino il primo licenziato dalle Officine Galileo il secondo dalle Officine del Pignone (poi Nuovo Pignone).
Dal 1979-80 al 1985 responsabile è Alviero Quarantacinque licenziato dalla Gandi, gli subentra dal 1985 al 2004 Renzo Perissi già dipendente Pignone; Presidente è Vasco Nesi della Galileo. L’attività principale dell’Associazione come in parte detto è l’istruzione delle pratiche personali per la richiesta dei benefici, la ricerca di documentazione e di testimonianze atte a far accogliere le richieste e l’assistenza di concerto con i patronati dell’iter delle varie posizioni.
Una certa attività viene posta nel sollecitare alle forze politiche, in primis al PCI e al suo deputato fiorentino Novello Pallanti, una norma che estenda e riapra i termini per beneficiare della normativa della L. 36 cosa che avviene in varie fasi con delle proroghe trimestrali e poi, dopo molte difficoltà, con la L. 172 del 1999 che riapre i termini per 180 giorni. Assistiamo allora a una nuova fase di attività dell’Associazione verso lavoratori e loro eredi per l’istruzione delle nuove pratiche. A differenza del comitato bolognese che ha messo in essere una molteplice e fitta attività di mostre, convegni, ed iniziative esterne il comitato fiorentino non è sembrato molto attivo su questo versante, e a parte la bozza di programma per un Convegno e la partecipazione a qualche iniziativa Emiliano-romagnola, non abbiamo che sporadiche notizie documentali su tale versante. L’attività più cospicua in questo senso è la promozione e la collaborazione per pubblicare il volume di Franco.
La 1. commissione risulta composta da: Nesi Vasco, Bracci Mauro, Marini Oscar, Pinzani Luisa, Moretti Fiorenzo, Amirri Liliana, Lenzi Marisa, Sartini Liliana, Midollini Sirio;
La 2. Commissione è composta da: Marini Oscar, Simoncini Fernando, Villoresi Marcello, Salvestrini Otello;
La 3. commissione è composta da: Quarantacinque Alviero, Amirri Liliana, Mocali Giulio, Pieri Mario, Sarti Renzo, Midollini Sirio ed è cordinata da Mario Lucchesi dell’INCA di Firenze.
Nel Comitato L. 36 dall’ottobre 1983 entrarono a far parte : Perissi Renzo, Zolfanelli Mario, Sardelli Amedeo, Bianchi
Marcello, Del Grazia Ciro, Dei Alvaro, Fanfani Spartaco.
Manescalchi “Movimento operaio e discriminazione in fabbrica : Firenze 1943-1960” che ricostruiva le discriminazioni nelle fabbriche della provincia di Firenze. Con l’esito finale delle pratiche evase con la L. 172 viene man mano ad esaurirsi lo scopo dell’Associazione che cessa la sua attività con l’assemblea del 19/02/2009 convocata con all’odg lo scioglimento della stessa.
Successivi contatti con Mario Pieri hanno consentito il recupero di materiale che è stato raccolto ed è in possesso dell’interessato che documenta il suo impegno nella vita dell’Associazione. Questo materiale (prevalentemente di documentazione fotocopiata) in qualche modo arricchisce la conoscenza dell’attività associativa anche se si è ritenuto di lasciare questo apporto come carte personali del Pieri all’interno della presente descrizione. Di particolare rilievo sugli scopi e l’attività organizzativa dell’associazione è una relazione contenuta tra questi materiali dal titolo “Come nacque il Comitato L. 36 della Provincia di Firenze” che chiarisce l’attività fino agli anni ‘80.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Prima redazione: Stefano Bartolini (direttore FVL)