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Archivio Regionale FIDAE-FNLE | Inventari degli archivi FIDAE-FNLE, Regionale Toscana (1945-1990), Provinciale Firenze (1945-1987), Larderello (1944-1990) | Archivio Lavoro Toscana

Archivio Regionale FIDAE-FNLE (1945 - 1990)

Archivio

1945-1962
Questo periodo è caratterizzato dai rapporti con le industrie elettriche private. La maggiore impresa attiva in Toscana era la Selt Valdarno, ma anche le altre aziende operanti nel territorio
regionale facevano capo in qualche modo ad essa.
La Selt Valdarno si era costituita nel 1905 per iniziativa della Società Ferriere Italiane, del Credito
Italiano e della Società Francese di Studi industriali di Parigi con la denominazione Società
mineraria ed elettrica del Valdarno, per realizzare la centrale termoelettrica alimentata con i cascami
della lignite estratta a Castelnuovo dei Sabbioni63. Nel 1923 l’azienda si era trasformata, separando
l’attività elettrica da quella mineraria, in Società elettrica del Valdarno, per la parte elettrica, e in
Società per l’Esercizio delle Miniere del Valdarno per quella mineraria. Le storie delle due società si separano per rincontrarsi nel 1955. Infatti la Società elettrica del Valdarno incorpora nel 1931 la
Società Elettrica Italia Centrale e nel 1933 la Società Ligure Toscana di Elettricità di Livorno.
Quest’ultima era stata fondata da Luigi Orlando nel 1905 e comprendeva le centrali idroelettriche
della Garfagnana e quella termica di Livorno. Contemporaneamente alla fusione la Valdarno
costituisce con propri capitali la Società Elettrica Litoranea Toscana (SELT) per la distribuzione di
energia nelle zone di Livorno, Pisa e Lucca, ed infine, nel 1939, riassorbendo la SELT e inglobando
la Società Elettrica Amiantina assume la denominazione definitiva di Selt Valdarno. Il nuovo
complesso industriale fa capo alla società finanziaria “La Centrale”.
Invece la Società per l’Esercizio delle Miniere del Valdarno, diventata nel 1928 Società Mineraria
del Valdarno, con le proprietà minerarie e agricole della società elettrica, rimane attiva fino al
1948; dal 1948 al 1955 c’è il tentativo di gestione cooperativa delle miniere (Cooperativa ELV, v.
b. 4, fasc. 27). Nel 1955 la Selt Valdarno e Società Romana di Elettricità (SRE) costituiscono
insieme un nuovo complesso industriale denominato Società per l’industria mineraria ed elettrica S.
Barbara che verrà rilevato dall’ENEL nel 1970.
La Società Forze Idrauliche dell’Appennino Centrale, SFIAC, aveva iniziato le proprie attività nel
1907 a Pistoia città e zone limitrofe subentrando alla vecchia Ditta Banti Torrigiani, fondata nel
1897 da Angelo Banti con la collaborazione tecnico scientifica di Antonio Pacinotti64. La SFIAC
operava soprattutto nel settore di distribuzione dell’energia acquistata prevalentemente dalla Società
mineraria ed elettrica del Valdarno. Nel 1920 incorpora la Società Elettrica Alto Lima e le sue
centrali ed inizia l’attività nel settore di produzione dell’energia.Altre aziende operanti sul territorio
erano la Società Elettrica Maremmana (SEM), la Società Elettrica dell’Elba (SEDE), e la Larderello
Spa (vedi fondo Lardello p. 346 e ssgg.)
Scarsa invece in Toscana la presenza di aziende municipalizzate e di autoproduttori. Le
municipalizzate, per lo più di piccole dimensioni, sono localizzate a Massa, Pontremoli e Sesto
Fiorentino, quest’ultima, attiva dal 1905 fu ceduta nel 1926 alla Società elettrica del Valdarno65; per
gli autoproduttori si segnalano gli impianti termoelettrici dell’Ilva a Piombino, operanti dal 195066.

Cassa Assistenza Malattie
Le Casse di mutuo soccorso per gli operai del settore elettrico erano nate su base volontaria soprattutto a
partire dal primo dopoguerra, per sopperire alla mancanza di forme di assicurazione obbligatoria67. Erano
regolamentate da accordi aziendali e gestite prevalentemente da commissioni paritetiche azienda-sindacato;
dopo il 1940 allargarono il proprio campo di intervento alla parziale copertura delle spese mediche e
all’assistenza agli impiegati. Con l’istituzione dell’INAM68 si prevedeva la confluenza in esso di tutti gli enti
di assistenza malattia e l’iscrizione obbligatoria di tutti i lavoratori dell’industria, a meno che non fossero
iscritti a proprie mutue aziendali, deroga nella quale rientravano anche gli operai delle aziende elettriche. Il
primo contratto collettivo nazionale di lavoro degli elettrici riconobbe che l’assistenza di malattia del settore
fosse demandata alle casse mutue aziendali già esistenti, i cui regolamenti dovevano essere riformati a cura
delle associazioni regionali delle imprese elettriche e delle delegazioni sindacali regionali. Negli anni
Cinquanta si tentò di unificare normative e prestazioni a livello nazionale e a tal scopo furono siglati diversi
accordi, senza però giungere mai ad un regolamento unico nazionale.
In Toscana Casse assistenza malattie esistevano dal 1940; la contrattazione locale aveva portato nel 1946
all’istituzione del FAP, Fondo Assistenza Personale, presso la Selt Valdarno di Firenze.

Fondo pensioni
Il Fondo di previdenza per i dipendenti da aziende elettriche private fu istituito nel 1956 dopo un lungo periodo di gestazione. I primi studi e la campagna politica della FIDAE erano iniziati nel 1947, le trattative con la FENIEL portarono alla stipula di un accordo integrativo al contratto del 1948, accordo concluso al
Ministero del Lavoro sotto la presidenza del sottosegretario La Pira. Nel 1951 si ha un primo accordo di massima con il Ministero del lavoro per la costituzione di un Fondo autonomo e nel 1952 viene chiesto ai lavoratori, tramite un referendum, di scegliere tra il Fondo del lavoro per la costituzione di un Fondo
autonomo e nel 1952 viene chiesto ai lavoratori, tramite un referendum, di scegliere tra il Fondo autonomo e l’INPS. Passa ancora un anno prima che l’accordo si traduca nella legge 293 del 31 marzo 1953 che prevede che il fondo sia sostitutivo dell’assicurazione obbligatoria ed abbia una gestione autonoma, cioè contabilità e bilanci separati da quelli dell’INPS.
La costituzione di un fondo autonomo era stata a lungo guardata con sospetto sia da parte governativa, poiché l’accordo del 1951 prevedeva l’applicazione della scala mobile anche al settore previdenziale, sia dalla CGIL che temeva riflessi corporativi. Come ricordava Luciano Lama nella presentazione al volume di Coriasso “Dico francamente che se dovessi oggi battermi per una rivendicazione come quella che allora fu oggetto di quel negoziato non lo farei, giacché si trattava pur sempre di istituire una pensione di categoria, di
carattere inevitabilmente corporativo”.
Il fondo era gestito da un Comitato amministratore composto da rappresentanti delle aziende elettriche private e dei lavoratori, dal direttore generale dell’INPS e da un funzionario del Ministero del Tesoro.

1963 - 1983
La struttura organizzativa dell’ENEL condiziona fortemente anche l’organizzazione del sindacato.
L’ENEL era soggetto ad una serie di interventi da parte dello Stato: dal punto di vista organizzativo il ministro dell’industria nominava il presidente, il vicepresidente e il Consiglio d’amministrazione, mentre il governo nominava il Collegio dei revisori, cariche che duravano cinque anni. Dal 1978 si
stabilì inoltre il parere preventivo delle Commissioni parlamentari competenti sulle nomine di presidente e vicepresidente. Infine gli atti fondamentali d’organizzazione deliberati dal Consiglio d’amministrazione erano soggetti all’approvazione del governo. Lo Stato interveniva poi attraverso
il Ministero dell’Industria e un apposito comitato interministeriale, sostituito poi nel 1967 dal CIPE.
Da metà degli anni Settanta il CIPE deliberava gli obiettivi di politica energetica in Piani energetici nazionali (PEN) periodici ed approvava i programmi annuali e pluriennali dell’ENEL, comprendenti la localizzazione degli impianti. Il bilancio consuntivo doveva essere approvato congiuntamente dal ministro dell’Industria e del Tesoro ed infine la Corte dei Conti esercitava il controllo sulla gestione finanziaria.
L’organizzazione interna, secondo la legge di nazionalizzazione, doveva essere territorialmente decentrata, specialmente per quanto riguarda la distribuzione, ma l’assetto organizzativo che emerse fu piuttosto di accentramento con autonomia solo operativa agli organi periferici. L’organizzazione
centrale doveva articolarsi per servizi e quella territoriale in compartimenti, distretti e zone. Al vertice dell’amministrazione era posto il presidente e il Consiglio d’amministrazione; al vertice della struttura burocratica il direttore generale che era preposto a tutti gli uffici e a tutto il personale dell’ente. Erano previsti uffici centrali, con compiti direttivi e di coordinamento, ed uffici periferici,
con compiti operativi, specie nei settori di produzione e vendita dell’energia elettrica. A livello centrale c’era una direzione generale e una serie di direzioni centrali dipendenti dalla prima e di ulteriori servizi e uffici, con compiti speciali; dipendenti dalle direzioni centrali, ma distaccati sul territorio, erano i Centri di progettazione e costruzione ed i Centri di ricerca. A livello territoriale
l’ENEL si rimodella sulla precedente regionalizzazione delle aziende elettriche private attraverso la costituzione di 8 Compartimenti: Torino, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari. I Compartimenti vengono ulteriormente articolati in Distretti, coincidenti territorialmente
con le regioni, se hanno ampiezza infraregionale sono chiamati Esercizi distrettuali. Le ulteriori unità minori sono le Zone, che ricalcano le precedenti zone di produzione o trasmissione, coincidenti grosso modo con le province, le zone sono a diretto contatto con gli utenti del servizio.
Con l’istituzione delle Regioni, dal 1970, si va verso la riduzione dei Compartimenti, in modo da farli coincidere con le nuove realtà amministrative
In Toscana nel 1963 si ha un unico Compartimento composto da due Esercizi distrettuali, uno situato a Firenze (Toscana occidentale) che comprende soprattutto le precedenti Zone controllate dalla Selt Valdarno; uno situato a Pisa (Toscana Orientale) che comprende le Zone tirreniche e la parte assorbita dall’ENEL dell’ex Larderello Spa, quindi tutta l’area interessata dalla geotermia fino all’Amiata. Nel 1970 i due Esercizi distrettuali sono unificati in un unico Distretto con sede amministrativa a Firenze; sempre a Firenze si trovavano anche gli uffici amministrativi del Compartimento, restavano per lo più invariate rispetto al periodo precedente le Zone.
Dal 1977 la FNLE si trova in rapporto con le diverse aziende del gas presenti in Toscana. Oltre alla Fiorentinagas vi erano altri esercizi del gruppo Italgas: a Livorno, Viareggio, Prato, Arezzo, Firenzuola; altre città di produzione erano Lucca, Pisa e Siena. Nel periodo 1970-1972 passano dalla gestione privata a quella municipalizzata Viareggio, Prato e Livorno; nel 1973-1975 Lucca,
Pistoia, Siena, Arezzo.

ARCA - CRE
Prima dell’istituzione dell’ENEL le provvidenza rivolte a garantire migliori condizioni ai lavoratori, quali colonie, cooperative edilizie o di consumo, e la costituzione di centri o associazioni ricreative (CRAL) erano gestite direttamente dalle varie aziende elettriche. Ad esempio presso la Selt Valdarno viene istituita nel 1949 la Cooperativa edificatrice di Firenze. Da metà degli anni Cinquanta tra le rivendicazioni della categoria inizia a comparire anche la regolamentazione di questo settore che può essere portata a termine solo con la nazionalizzazione. Con una dichiarazione aggiunta al primo contratto ENEL del 1963 si istituisce
la gestione dell’ARCA (Attività Ricreative Culturali Assistenziali) in regime paritetico, un successivo accordo del 1964 demanda la regolamentazione della materia ad una Commissione Consultiva Centrale, composta da rappresentanti dell’ENEL e dei sindacati. Tra gli argomenti oggetto dell’analisi della
Commissione troviamo doni augurali in favore dei figli dei dipendenti, colonie, borse di studio e rimborso spese scolastiche, concessione di prestiti, sussidi, mense e spacci aziendali, edilizia in favore dei dipendenti.
La Commissione si articola in vari gruppi di lavoro dedicati agli argomenti ora ricordati, resta in carica fino al 1970 ed ha il compito di dare annualmente gli indirizzi comuni sull’attività dell’ARCA. Come la CMM l’ARCA si struttura secondo l’organizzazione ENEL (Commissione nazionale, distrettuale e
compartimentale) amministrate da commissioni paritetiche azienda e rappresentanti dei lavoratori; dal 1966 sono previsti anche i Circoli Ricreativi ENEL (CRE) articolati in sezioni specializzate (sport, cultura, ecc) da
costituirsi nei centri di Zona..
Nel contratto del 1970 e nei successivi accordi si stabilisce che le Commissioni siano composte esclusivamente da rappresentanti dei lavoratori mentre la presenza dell’azienda resta limitata ai collegi dei sindaci, perciò la gestione delle attività ricreative passa dall’ENEL direttamente alle Commissioni Centrale e
Distrettuali, con personale e locali messi a disposizione dall’ENEL, come anche i fondi che sono oggetto di contrattazione annuale.
Nel 1985, dopo gli accordi raggiunti nell’anno precedente tra FNLE, FLAEI e UILSP, la struttura dell’ARCA è trasformata in associazione, con autonomia patrimoniale e gestionale.

CMM
La legge istitutiva dell’ENEL prevedeva un riesame della situazione relativa all’assistenza che portò nel 1965 all’istituzione della Cassa Mutua di malattia per i dipendenti dell’ENEL e all’indizione delle elezioni per designare i rappresentati dei lavoratori. La struttura organizzativa della Cassa corrispondeva a quella
dell’ENEL e si articolava sulle Sezioni distrettuali; la gestione era demandata ad una Commissione Amministratrice Centrale e alle Commissioni Amministratrici Distrettuali con composizione paritetica, i presidenti erano nominati dall’ENEL, i vicepresidenti dai rappresentanti dei lavoratori.Questo assetto fu sancito definitivamente da un accordo ENEL-INAM del 1966.
Nel corso della prima metà degli anni Settanta il ruolo della Cassa Mutua si ridusse notevolmente, prima a seguito della legge 386 del 1974 che stabilì il passaggio dell’assistenza ospedaliera alle regioni, poi con la legge 382 del 1975 che impedì alle casse mutue l’istituzione di nuovi servizi. Infine la Cassa Mutua venne abolita con la riforma sanitaria del 1977, legge 349, che sancì il trasferimento delle funzioni degli enti mutualistici alle regioni.
In Toscana, parallelamente ai due Esercizi distrettuali ENEL, si hanno due Sezioni distrettuali CMM, quella di Pisa e quella di Firenze, che si riuniscono nel luglio del 1974 in unica Sezione distrettuale per la Toscana, in funzione fino al 1977.

Fondo pensioni
Il Fondo pensioni viene conservato anche, con qualche modifica, nel 1963 con la creazione dell’ENEL la cui legge istitutiva prevedeva un riordino dei regimi previdenziali e mutualistici per i dipendenti nel nuovo ente.
Con il DPR 144 del 1965 si giunge alla costituzione del Fondo di previdenza per i dipendenti ENEL e delle aziende elettriche private che prevedeva la possibilità di ricongiunzione per periodi di attività prestata nel settore elettrico.
Il Fondo era amministrato da un Consiglio di amministrazione e da un Comitato Esecutivo dell’INPS e da un Comitato speciale di cui facevano parte il presidente, quattro rappresentanti dell’ENEL (prima delle aziende private), uno delle aziende elettriche rimaste private dopo la nazionalizzazione, cinque rappresentanti dei lavoratori, più il direttore generale, il direttore generale dell’INPS e un funzionario del Ministero del Tesoro.
Il Comitato speciale esercitava la vigilanza sul versamento dei contributi dovuti al fondo, deliberava sui ricorsi, esaminava i bilanci annuali e tecnici, e dava parere sull’impiego dei capitali del Fondo. I suoi membri erano nominati con decreto del Ministero del Lavoro e restavano in carica quattro anni.
Il fondo pensioni degli elettrici è stato abolito, come tutti i fondi speciali, con il D.lgs 562 del 1996.
Anche i gasisti avevano un proprio fondo previdenziale. Il contratto collettivo del 1929 aveva costituito l’Istituto Nazionale di previdenza per i dipendenti delle aziende private del gas (Previdengas), che gestiva autonomamente un forma di assistenza complementare all’assicurazione obbligatoria invalidità e vecchiaia.
Le norme furono successivamente perfezionate con il contratto del 1946 ed accordi dei due anni successivi; nel 1955 la gestione fu affidata all’INPS attraverso l’istituzione del Fondo di previdenza per il personale dipendente delle aziende private del gas che ereditava le funzioni del Previdengas. A differenza di
quest’ultimo (complementare) il nuovo Fondo veniva dichiarato sostitutivo dell’assicurazione obbligatoria.
Nel 1967 fu sottoscritto un accordo tra i sindacati e l’ANIG per il riordinamento della previdenza del settore che trasformava il Fondo in integrativo e obbligava i lavoratori ad iscriversi all’INPS. L’organizzazione e il funzionamento del Fondo sono state ulteriormente modificate con la legge 1084 del 1971. Il Fondo, che
costituiva una gestione autonoma all’interno dell’INPS, fu abolito anch’esso nel 1996.
Infine i lavoratori delle aziende municipalizzate, elettrici, gasisti o acquedottisti, erano inseriti nel sistema previdenziale dei dipendenti degli enti locali, CPDEL (Cassa previdenza degli enti locali).

1983-1990
Da questo momento l'archivio è organizzato secondo uno schema di classificazione.

Lingua della documentazione:

  • Italiano

Soggetti produttori

Compilatori

  • Prima redazione: Monica Valentini (Archivista)
  • Inserimento dati: Leila Harkat (Civilista)